Dalla letteratura alla solidarietà. A partire da Brigitte

Domenica 27 ottobre prende il via il ciclo di incontri 'La letteratura e la solidarietà'. Attraverso le parole di due studenti del Liceo Medi di Cicciano proviamo a far emergere l'importanza di partecipare all'incontro di apertura dedicato alla congolese Brigitte

 

 a cura di Carlangelo Mauro

 Poeta e critico, docente di Lettere al Liceo Linguistico Enrico Medi di Cicciano

 

Lettura e solidarietà sono tutt'altro che un'endiadi, anzi possono divenire antitetici, dipende ovviamente da ciò che si legge e da chi legge. La riflessione sul senso della lettura e della solidarietà è il filo rosso di un ciclo di incontri nel nolano,  che partono il 27 ottobre, organizzati dall'Ufficio Scuola della Diocesi di Nola e dalla Parrocchia di San Paolo Belsito in collaborazione con diverse associazioni del territorio. Gli incontri sono diretti in primo luogo a studenti e docenti delle Scuole superiori. L'ultimo incontro del ciclo,  previsto per  il 2020, è con Bruno Becchi su Don Milani, maestro di lettura e di solidarietà. Becchi, autore di Lassù a Barbiana (Polistampa) sarà accompagnato da alcuni allievi della scuola di  Barbiana che incontreranno gli studenti del nolano ad apertura dell'anno scolastico 2020.

Il primo incontro, il 27 ottobre, ore 17, nella Chiesa di San Paolo Belsito, mette al centro Brigitte, congolese, giunta in Italia per sfuggire alle torture e accolta dai volontari del Centro Astalli di Roma il cui aiuto le ha permesso di ricominciare a vivere e di provare a ricongiungersi con la sua famiglia. La sua storia è stata raccontata da Melania Mazzucco (Einaudi, 2016) in Io sono con te. Storia di Brigitte, libro che sarà il punto di partenza del dialogo del 27 sera, con la scrittrice romana. La serata è patrocinata dal Comune di San Paolo Bel Sito e dal Centro Astalli.

Attraverso le parole di due studenti del Liceo Medi di Cicciano proviamo a far emergere l'importanza di leggere il libro, di venire il 27 a San Paolo Bel Sito per ascoltare la Mazzucco, di partecipare alla raccolta fondi per permettere a Brigitte di ricongiungersi con le altre due figlie ancora in Congo. 

Sarà possibile dare il proprio contributo per sostenere Brigitte sia durante la manifestazione del 27 ottobre a San Paolo Bel Sito sia tramite bonifico bancario al Centro Astalli: UBI Banca, sede di Roma, via dei Crociferi 44 – 00187; ABI 03111 – CAB 03253 – CIN X - Conto corrente n. 98333 IBAN IT 98 X 03111 03253 0000 000 98333 (Causale: RACCOLTA FONDI PER BRIGITTE).

 

Storia di Brigitte

di Michela Luongo - Classe III Liceo Linguistico Medi di Cicciano

La storia di Brigitte è il racconto di una donna con quattro figli, che aveva in Congo un lavoro bellissimo: era una infermiera che curava le persone.

Col tempo e con tanti sacrifici era riuscita a dirigere e a diventare proprietaria di due cliniche. Brigitte faceva del bene alla sua gente,  aveva un avvenire. Brigitte dava speranza a chi di speranza non ne aveva; era disposta a salvare la vita degli altri anche quando non avevano i soldi per pagare le prestazioni mediche. All’improvviso, per la violenza di un dittatore, Brigitte perde tutto. Io sono con te è il racconto di una donna che potrebbe essere ognuna di noi, se nata in un luogo dove manca la libertà. Un racconto che ci rende personalmente più consapevoli, coscienti e partecipi di una situazione che è parte integrante della realtà che ci circonda. Tanti i rifugiati in Italia e in Europa che stanno in difficoltà e hanno vissuto l'orrore. Parlare di lei, della sua storia e di ciò che vive ora è restituire la memoria a chi, come lei, si trova ad aver affrontato situazioni terribili.

Il racconto della Mazzucco comincia con Brigitte che è letteralmente “naufragata” a Roma, dove trova “rifugio” lungo i marciapiedi della stazione Termini e dove vive una situazione di degrado e di paura: “il benvenuto che le offre l’Italia è quell’invito a non andarsene, ma semplicemente a spostarsi altrove, dove possa esistere senza disturbare, sopravvivere senza essere notata”.

La Brigitte della stazione Termini  appare come un “fantasma” che la gente, i passanti, non notano. Non le prestano soccorso. Ma un giorno viene recuperata, prima di perdersi del tutto.

Da un frate che la indirizza al Centro Astalli, struttura dei Gesuiti per i rifugiati. Tutto ciò che vive a Roma è una sorta di antitesi con il suo passato: è a zero, lei che, giorno dopo giorno, costruiva il suo futuro con competenza e tenacia, si impegnava a raggiungere una posizione che le permettesse di vivere con i suoi figli in tranquillità, di guarire persone in un luogo in cui continuano a perdurare condizioni precarie, difficili sotto ogni aspetto, compreso quello sanitario.

La sua vita si “spezza” quando le viene chiesto di iniettare un farmaco mortale a dei manifestanti picchiati e addirittura sparati durante una manifestazione anti-governativa, ricoverati poco dopo nella sua clinica. Brigitte, naturalmente, presta loro soccorso ma, questa scelta, così naturale, così umana, le costa tutto, anche la perdita dei figli. Viene portata via di notte dai militari mentre dormono, i figli, piccoli, non sapranno più niente di lei.

Ed è proprio qui che comincia il suo difficile viaggio di speranza e poi di integrazione in un paese straniero. Qui da noi. Nel caso dei rifugiati non sempre si pensa alla storia che hanno alle spalle, al loro passato, alla violenza terribile da cui scappano. Diventano numeri e non ci si preoccupa della loro sorte né di cosa possa celarsi dietro l'apparenza.

Spesso è più facile negare l’umanità dell’ altro se è diverso da noi: perché non ci somiglia e, di conseguenza, non gli riconosciamo gli stessi diritti.

Portare alla luce storie come questa, come ha fatto Melania Mazzucco, significa mostrarci la verità, cosa una migrante forzata, che stava bene a casa sua, abbia dovuto sopportare, patire non solo nell’abbandonare il proprio paese, ma anche nell’ ambientarsi in una realtà del tutto nuova, nel riconoscersi in una storia che, paradossalmente, non gli appartiene.

Si tratta di una narrativa che vuole essere anche una denuncia della nostra indifferenza verso coloro che, come Brigitte, scappano da paesi dove i diritti e le libertà fondamentali non vengono riconosciuti, una narrativa che ci spinge a ritrovare segni di umanità facendoci conoscere persone come il legale Francesca Napoli, lo psichiatra dottor Santone e altri del Centro Astalli ‒ di cui si parla nel libro ‒ che si fanno quotidianamente carico dei rifugiati.

Io sono con te rappresenta il comportamento che tutti, secondo me, dovremmo avere, che ci costringe a tirare la testa fuori dalla sabbia e a guardare una realtà apparentemente così lontana da noi, ma nella quale tutti siamo umanamente coinvolti e di cui siamo chiamati a rispondere. Credo fermamente che questo libro ci aiuterà ad entrare, una volta per tutte, in quei panni laceri e sporchi delle persone che noi non notiamo, a cui non prestiamo soccorso e, soprattutto, che fingiamo di non vedere nelle nostre città. I panni puri della loro sofferenza.

 

Lettera a Brigitte

di Laura Lacramioara - classe IV Liceo Linguistico

«Non ho commesso l’errore di venire a mani vuote»: ho qui per te una carta bianca che parla con la voce tua; ho per te una carta bianca, specchio che non ti ridà ciò che fosti, né ciò che sei, ma forse ciò che sarai.

La tua pelle è scura come la notte, ma la tua anima chiara come l’alba

Brigitte, questo non è il permesso di soggiorno che tanto hai aspettato, è il tuo permesso di emergere,

il tuo permesso di non essere più chi, a lungo, è dovuto esistere senza disturbare… Chi a lungo ha dovuto lottare per sopravvivere, senza essere notata.

Brigitte, tu hai il diritto di non essere colei «che passa», senza una meta, davanti ai negozi di profumi della stazione di Roma Termini, senza essere vista da nessuno. Profumi estranei che non ti ricordano quello dei tuoi figli, il profumo della tua terra, il profumo di casa. Ma tu, Brigitte, hai ancora il tuo, fragranza di sudore freddo, di lacrime amare, di paura, di dolore. Dolore dal quale nascerà un fiore, un giorno.

Tu e tutti i rifugiati che, come te, soffrono gli effetti collaterali del cancro che  affligge questo mondo, l’indifferenza…, siete la cura, la speranza e l’invito agli esseri umani di essere tali.

Di essere porti sicuri per chi arriva da lontano, per chi ha una storia di sofferenza da raccontare, per chi ha dovuto nutrirsi di cibi e rifiuti con il retrogusto amaro dell’umiliazione

Purtroppo manca ancora tempo all’alba. Un’alba la cui luce ci mostrerà un giorno nuovo. Molte persone, soffocate dall' indifferenza, non sono ancora in grado di aprire gli occhi e il cuore.  

Ma tu, Brigitte, non passare più nel buio della notte che precede quest’alba, attraversalo, cammina e raggiungerai la tua meta. Noi «siamo con te».

 

 




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