Dall'ascolto alla consolazione

Dal racconto della vita parrocchiale all'Immacolata di Boscoreale emerge la presenza di una solidarietà diffusa ma anche l'importanza di esserci per chi vive questi giorni con sofferenza

 

Boscoreale, paese della terza zona pastorale e dell’ottavo decanato, conta circa 27.000 anime. Quattro le parrocchie di riferimento, più quella di Marra, al confine con Scafati. Su tutto il territorio comunale, attivi, ora, sette casi di Covid-19, ai quale si aggiungono un deceduto e un guarito, mentre sono ancora sette i casi sospetti. La parrocchia di riferimento, quella del centro, è l’Immacolata Concezione (circa 12.000 anime).

La loro cura è affidata, da quasi un ventennio, a don Alessandro Valentino, il quale ci racconta, dapprima, sensazioni ed impressioni sulla nuova vita. “La mia sensazione attuale è quella di un’attesa che tutto finisca al più presto. – spiega il sacerdote - La seconda impressione è che, probabilmente, proprio in questo momento in cui non è possibile sentirsi visibilmente comunità, c’è nel cuore delle persone questo sentirsi o bisogno di sentirsi comunità. Adesso, non è più scontato stare insieme”. Per quanto riguarda la pastorale, stante la paralisi dell’ordinario, lo spazio maggiore è dedicato alla consolazione. “La pastorale – argomenta - è soprattutto incentrata sullo stare vicino alle persone. Essendo il parroco, pastoralmente e ministerialmente, colui che accompagna i fedeli nel momento della croce, mi reco sempre al cimitero per le esequie dei defunti. È veramente difficile dover salutare le persone care in una maniera arrangiata. Dal punto di vista dell’annuncio, scrivo qualche articolo per Universo Uomo, mentre, dal punto di vista della carità, mi occupo di organizzare la Caritas parrocchiale. Per quanto riguarda la liturgia della messa domenicale, essa viene trasmessa in streaming, una scelta richiesta dal momento, anche per le feste pasquali”. Un’organizzazione emergenziale del modo di fare chiesa che non risolve il dilemma futuro del come ricominciare e riorganizzarsi. “Per me, - afferma  don Valentino - non è chiaro come fare, anche dal punto di vista pastorale. Ricominciare richiede tanta riflessione e le scelte devono essere ponderate, non si possono fare a cuor leggero”. A tutto ciò, si aggiungono anche i problemi di gestione economica e di ricompattamento della comunità. Tuttavia, si tratta di un tempo anche di opportunità, soprattutto per la vita di fede. C’è maggiore consapevolezza della dimensione della preghiera e del bisogno di aiuto. – denota il sacerdote - In questo periodo, abbiamo sviluppato un trauma che stimola la riflessione e più persone sono disponibili a pensare le fede”.

È il tempo della carità, del servizio ai più bisognosi. Filomena Piscitelli, responsabile della Caritas parrocchiale, descrive i connotati dell’attuale impegno. “Normalmente, - spiega - distribuiamo i pacchi il lunedì e il venerdì, ma, in questo periodo, l’utenza è cresciuta e la distribuzione è quasi quotidiana con quello che ci viene dato dal banco alimentare di Caserta”. La solidarietà è diffusa. “Ci sono tanti boschesi – aggiunge - che ci stanno donando gli alimenti. Hanno fatto una specie di convenzione con alcuni negozi di Boscoreale e raccolgono i beni di prima necessità”. I numeri dei bisognosi che bussano alle porte della Caritas sono inevitabilmente cresciuti. “Rispetto al solito, - aggiunge Piscitelli - il numero è triplicato e mi aspetto che aumenti. Se, prima, si rivolgevano a noi, perlopiù, disoccupati o persone che, da molti anni, si trovavano in situazioni particolari, adesso, ci sono molte persone che hanno perso il lavoro in seguito all’emergenza Coronavirus”. Complice anche il lavoro in nero. Non manca la gioia nel vivere la carità. “Qualche giorno fa, mi chiamò una parrocchiana, raccontandomi di una bambina di due mesi, ultima di quattro figli. Padre, elettricista. Le mancava il latte in polvere. In breve, abbiamo deciso di comprarle il latte sufficiente per un mese, insieme ad acqua e pomata. Sembra che abbiano pianto al telefono quando don Emilio Ventre (parroco di Sant’Anna ai Pellegrini, frazione in cui risiede la famiglia bisognosa ndr) ha avvisato la famiglia dell’arrivo di questo latte”.

Come realtà associativa, l’Azione Cattolica parrocchiale non manca di far sentire la propria vicinanza ai suoi soci con le proprie iniziative. “La principale difficoltà, oggi, è quella di perdere il contatto fisico. L’Azione Cattolica vive soprattutto di incontri, di relazioni, di sguardi. – spiega il presidente Marco La Marca – Cerchiamo, però, di mantenere viva la fiammella della nostra spiritualità con i mezzi più disparati per combattere il rischio di allontanarsi dalla vita di fede e da Cristo. Lo stiamo facendo sia con il gruppo Giovani, sia con i Giovanissimi, sia con gli Adulti. Manca ancora qualcosa per l’A.C.R., ma ci stiamo organizzando. Recitiamo, una volta al giorno, tutti insieme, un salmo, scelto ogni giorno da una persona diversa e condiviso sui vari gruppi Whatsapp. Con il giornale Universo Uomo, poi, abbiamo lanciato questa campagna d’informazione quotidiana con un articolo al giorno”. Sulla situazione attuale, La Marca sottolinea l’importanza di ripartire al più presto. 





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