Senza mai risparmiarsi per portare a tutti Cristo

Dalla rubrica "Il sale della terra", la figura di don Angelo Cuomo

Il 20 ottobre del 2016 un presbitero della Chiesa nolana, monsignor Giuseppe Giuliano, veniva nominato vescovo della diocesi pugliese di Lucera–Troia. Anni fa, però, un altro figlio della diocesi dei santi Felice e Paolino ha intrecciato la sua vita con quella terra: stiamo parlando del Servo di Dio padre Angelo Cuomo.

Nato a San Giuseppe Vesuviano il 13 agosto 1915, da Nicolangelo e Rosa Panico, è battezzato il 19 agosto successivo. Fin dalla tenera infanzia, affascinato dal Vangelo, inizia un serio cammino spirituale sotto la guida del proprio parroco. Da adolescente, poi, aderisce all’Azione Cattolica e, grazie a padre Agostino Carraretto, conosce la figura di San Leonardo Murialdo, fondatore della Pia Società Torinese di San Giuseppe, e la specificità del suo carisma. Il 20 marzo 1930 riceve dalle mani di Egisto Melchiori, allora vescovo di Nola, il sacramento della Confermazione. Nel continuo colloquio interiore con Cristo sceglie la sua strada: vuole percorrere la via della santità diventando sacerdote. E così, all’età di sedici anni, il 26 agosto del 1931, Angelo fa il suo ingresso nel noviziato della Congregazione San Giuseppe a Rivoli, in provincia di Torino.

Di lui, ha scritto padre Angelo Catapano, «colpisce la dirittura d’animo che lo contraddistingue in ogni circostanza, a cominciare dalla giovinezza e dal momento della consacrazione religiosa, fino a tutto il suo ministero sacerdotale di quasi cinquant’anni». Lo si vedeva spesso, nel corso della giornata, in chiesa, sui gradini dell’altare. Per lui erano «dolci le ore passate davanti al tabernacolo per adorare, lodare e ringraziare; per domandare e riparare; le ore dell’interiorità, in cui non si sente che il silenzio».

Il 28 giugno 1942, finalmente, è ordinato sacerdote. A Lucera, provincia di Foggia, svolge i primi anni della sua missione. La sua giornata è un’instancabile opera di apostolato, una dedizione totalizzante: prega, conforta, confessa, si prodiga per le necessità dei più poveri e ama molto i giovani. Per loro in particolare fonda l’Opera Nuova, oggi Opera San Giuseppe, complesso definito la «piccola cittadella del mattone», destinato alla gioventù di Lucera per attività ricreative, ma soprattutto per l’educazione umana e la formazione cristiana.

Dopo aver rivestito l’incarico di Direttore dell’Opera, è nominato Superiore provinciale dei Padri Giuseppini, dimostrando straordinarie doti saggezza, pazienza e carità. Suggerisce a tutti di «vivere insieme ai ragazzi, interessarsi alle loro cose, animarle dando loro importanza, formarsi dei collaboratori». Dopo il provincialato, che dura nove anni, è superiore e parroco dell’Opera San Michele a Foggia. Il 5 ottobre 1972, dopo quindici anni, Padre Angelo fa ritorno a Lucera dove fino al 31 maggio 1980 si dedica all’insegnamento. Per i suoi meriti eccezionali il consiglio comunale di Lucera gli conferisce la cittadinanza onoraria.

Padre Cuomo, definito dall’allora vescovo della diocesi, Raffaele Castielli, «un dono incomparabile di Dio», passa gli ultimi anni della sua vita tra l’altare e il confessionale, trovando il tempo per visitare gli infermi. Il 31 dicembre del 1989 vuole stare coi giovani che aspettano all’Opera la fine dell’anno, ma la notte è colto da un infarto. Muore il 2 gennaio 1990. I suoi resti mortali riposano a Lucera. Nel 2006 è iniziata la causa di beatificazione.

 

 




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