Quaresima: lab-oratorio di speranza per il creato

Una riflessione di don Umberto Guerriero sulla Quaresima: il tempo opportuno della Quaresima richiama la necessità di lasciarsi “trasfigurare"

 

Il tempo opportuno della Quaresima richiama la necessità di lasciarsi “trasfigurare”, per ritrovare quella bellezza originaria che ci appartiene ma che troppe volte risulta offuscata o addirittura deturpata.

Non si tratta semplicemente di un cammino ascetico che riguarda la dimensione privata della persona. Come ci ricorda papa Francesco nel messaggio per la Quaresima 2019, tale cammino invita «i cristiani a incarnare più intensamente e concretamente il mistero pasquale nella loro vita personale, familiare e sociale». Per questa ragione, siamo chiamati a portare la speranza di Cristo anche alla creazione, che «sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio» (Rm 8,21).

Proprio i giovani si sono fatti spesso portatori di istanze di questo tipo, chiedendo di passare dall’indifferenza o, ancor peggio, dallo sfruttamento della casa comune a una cura che abbia a cuore lo stato del pianeta e il futuro delle generazioni che verranno. Il caso della giovane Greta Thunberg appare una sana provocazione in tal senso, anche se occorrerà verificare in quale misura essa sarà anche efficace.

È innegabile che tra idea e realtà vi sia una distanza che può apparire talvolta piuttosto marcata.

Tale distanza, insieme alla fatica che ne deriva, non può però ingenuamente portarci a cadere in errori tra loro contrapposti, ma ugualmente dannosi. Da un lato, infatti, il processo di adeguamento che ci porta a passare dall’ideale al reale non può ridursi semplicemente ad un appiattimento sul mero dato oggettivo. Non può sfociare esclusivamente nel tentativo di sopravvivere nella giungla del reale messa in atto da chi cerca i migliori escamotage per abitare la complessità della vita sfruttandone a proprio vantaggio le dinamiche perverse o tutt’al più provando a limitare i danni. D’altro canto, appare ugualmente rischioso chiudersi in atteggiamenti ideologici che facilmente sfociano in totalitarismi, fondamentalismi o intellettualismi, incapaci di dialogare con la realtà, riuscendo soltanto ad evidenziarne le carenze, senza alcuna spinta propositiva.

Papa Francesco, pur sostenendo con forza il principio secondo cui la realtà è più importante dell’idea (EG 231-233), ci ricorda che tra queste due dimensione deve instaurarsi un dialogo costante e fruttuoso.

Tale criterio, come afferma Evangelii gaudium, è legato all’incarnazione di Cristo, Parola di Dio. «La “quaresima” del Figlio di Dio è stata un entrare nel deserto del creato per farlo tornare ad essere quel giardino della comunione con Dio che era prima del peccato delle origini». La nostra “quaresima” diventi un lab-oratorio di speranza per riscoprirci custodi di un’eredità che è stata consegnata alle nostre mani perché figli.

 

 




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