La comunicazione illumini le coscienze

L'ultimo contributo di don Mimmo Iovino per la rubrica di inDialogo, il dorso mensile regionale di Avvenire

 

Nella Veglia del Sabato Santo abbiamo dato l’annuncio più grande di tutta la cristianità: Cristo è risorto! Un annuncio che ha attraversato i secoli e che segue dinamiche comunicative prodigiose.

Dio si serve sempre dei piccoli e degli ultimi per affermare la sua potenza (Salmo 8).

L’annuncio dell’evento della resurrezione è affidato ad una testimonianza fragilissima, quella delle donne, e segue una dinamica che sembra quasi deridere il nostro attuale modo di procedere oggi nel modo di comunicare: mezzi più potenti, diffusione capillare, tecnologie sempre più avanzate. L’evento della resurrezione, come quello dell’incarnazione annunciato dai pastori, avanza di bocca in bocca, di testimonianza in testimonianza, di cuore in cuore, prendendo forza nel suo avanzare. Un tam tam il cui contenuto non procede per la forza dei mezzi ma per la ricchezza dirompente del suo contenuto. Un annuncio che ha avuto dinamiche singolari. Dopo l’annuncio delle donne Gesù appare di persona nel luogo in cui erano radunati i suoi per paura dei giudei, e conferma con la sua presenza ciò che era solo notizia. I

l bisogno della verifica della verità dell’evento è un’istanza che non sfugge alla dinamica di questo annuncio.

È interessante guardare ai vangeli delle apparizioni dalla prospettiva delle comunicazioni. La verità di quell’annuncio è perfettamente conforme alla verità della vita di Cristo e alla verità della sua persona. Parole e gesti intimamente connessi, per usare un’espressione del Concilio, le cui linee direttrici confluiscono verso un’unica coerente realtà: la pro–esistenza di Cristo.

Dal punto di vista comunicativo i fatti accaduti e le parole che li raccontano non divergono.

Se è vero che la testimonianza cristiana deve camminare su questo doppio binario, nulla ci impedisce di dire che nessuna testimonianza, o annuncio o cronaca può seguire una dinamica diversa. Il contenuto della resurrezione viene confermato dall’apparizione. Facendo un parallelo vogliamo dire che il contenuto di una notizia deve essere conforme alla realtà riscontrata e chi comunica deve offrire la
garanzia che il contenuto della comunicazione è il frutto di un’intenzione retta, autentica, tesa al bene, informata dall’amore. Il vangelo di Giovanni ci racconta che durante la terza apparizione Gesù formula a Pietro la triplice domanda sull’amore. Gesù è credibile perché è evidente il suo amore. Solo la parola di chi ama è credibile e muove le coscienze e i cuori. La forza di una notizia sta dentro la sua autenticità e dentro l’autorevolezza di chi l’annuncia. Questo è il paradigma di una comunicazione seria che non cerca di sedurre né di conquistare consensi, ma di illuminare le coscienze e orientare responsabilmente l’agire.

 

 

 

 

 

 




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