Giuseppe Melchiorre Sarto: da parroco a papa

Ritratto di papa Pio X, morto pochi mesi prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale

 

Oggi si parla in ambienti ecclesiali della riforma della Chiesa. In realtà, nella storia della Chiesa ci sono state diverse riforme nate per lo più dal sentire comune dei fedeli o dalle scelte dei Concilii, a volte mal digerite dai Sommi Pontefici regnanti.

Nel pieno dell’estate, la Chiesa celebra la memoria di un Papa, dimenticato dalla stessa comunità dei credenti. Egli in realtà è stato un uomo decisivo, le cui scelte ricadono ancora oggi sulla vita dei battezzati. Pio X, al secolo Giuseppe Melchiorre Sarto, è stato il più grande Pontefice riformatore del XX secolo, nonché il primo Papa della storia di origini popolari.  

Giuseppe nasce il 2 giugno 1835 a Riese (Treviso) da una famiglia di modeste condizioni economiche. Nel 1850 entra nel seminario di Padova e, dopo il corso teologico, esprime il desiderio di voler studiare le lingue orientali, ma gli viene negato il consenso. Il 18 settembre 1858 viene ordinato sacerdote nella chiesa di Castelfranco Veneto.

Presbitero

Nel novembre di quell’anno diventa cappellano a Tombolo (1500 abitanti), dove rimase per nove anni; in quel nuovo ufficio cura molto il decoro delle celebrazioni liturgiche, avvia una scuola di canto liturgico e un piccolo rinnovamento della catechesi. Nel contempo apre una scuola serale per analfabeti. Il 13 luglio 1867 lascia Tombolo perché viene nominato parroco a Salzano (3000 abitanti); in conformità alle leggi del tempo, assume anche la carica di sovrintendente scolastico comunale. Nella nuova parrocchia istituisce ancora una scuola serale dove insegnava latino e musica, funzionale per le celebrazioni. Qui redige un catechismo ad uso dei parrocchiani: la prima redazione comprendeva 577 domande e risposte. Nel 1875 il vescovo di Treviso lo nomina cancelliere, dove dimostra forte intransigenza nel rispetto delle leggi, ma ottimo mediatore con i suoi confratelli presbiteri.

Vescovo

Il 16 novembre 1884, a Roma, viene consacrato vescovo di Mantova e fa il suo ingresso in diocesi il 19 aprile 1885. Mantova è una diocesi difficile: nel clero si erano diffuse idee liberali e positiviste, nasceva un movimento contadino ostile alla Chiesa, in alcune parrocchie il popolo aveva eletto il loro parroco senza autorizzazione del vescovo. Insomma, un incarico molto difficile, che riesce a governare. Nel 1888 convoca un sinodo, dove ribadisce ai presbiteri il loro ministero esclusivamente spirituale: non potevano avere impegni di carattere politico, altresì non poteva esserci tolleranza per i cattolici-liberali. Il sinodo dedicò ampia attenzione anche la rinnovamento della catechesi, differenziata per età e categorie di persone.

Il 15 giugno 1893, Leone XIII lo promuove Patriarca di Venezia, avendolo creato tre giorni prima cardinale. Il 24 novembre del 1894 prese possesso della nuova diocesi, continuando la sua azione di riforma spirituale della Chiesa, come già fatto a Mantova.

Papa

Alla morte di Leone XIII, il conclave era diviso tra la linea di continuità (cioè un papa molto attento alle questioni politico/sociali) il cui portavoce è l’ex segretario di Stato Mariano Rampolla del Tindaro e la linea di discontinuità (cioè un papa pastore) la cui figura era il cardinale Sarto. Poiché esisteva ancora la possibilità per i sovrani cattolici di porre il veto ad un candidato, l’arcivescovo di Cracovia, il cardinale Puzyna comunicava ai presenti l’impossibilità di eleggere il cardinale Rampolla, in quanto soggetto al veto dell’Imperatore d’Austria. Il 4 agosto viene eletto il cardinale Sarto, che sceglie il nome di Pio e viene incoronato il 9 agosto 1903.

Da Pontefice, papa Sarto porta avanti le grandi riforme che, in piccolo aveva già operato nei luoghi in cui ha esercitato il suo ministero. Nella sua prima enciclica E supremi apostolatus Cathedra, pubblicata il 4 ottobre 1903 delinea un programma chiaro: difesa dei grandi principi cattolici, rafforzamento dell'autorità e della relativa dipendenza, riaffermazione del primato della società religiosa sulla società civile e conseguente diritto del pontefice di dettare orientamenti e norme vincolanti non solo per i suoi sudditi, ma anche per i governi, evitando che facciano propri i principi di filosofie che sfuggano ai dettami della legge divina.

Inizia la riforma del diritto canonico, che terminerà con il successore nel 1917; riforma la Curia riducendo le Congregazioni romane da venti a undici, riforma il Vicariato (la curia della diocesi di Roma), riforma la ratio studiorum per i seminaristi, rendendola unica per tutta la Chiesa e imponendo ai chierici la residenza obbligatoria in seminario o nell’istituto religioso di appartenenza, favorendo così la nascita dei Seminari Regionali. Riforma l’uso del canto liturgico, vietando la musica da camera, riforma la Liturgia delle Ore. Una riforma importante è quella della comunione eucaristica quotidiana (prima non era possibile) e l’abbassamento dell’età per accostarsi alla comunione (circa i sette anni).

Pio X è il papa dell’Enciclica Pascendi, nella quale condanna il modernismo e tutte le teorie liberali e scientiste, in quanto pericolose perché allontanano il popolo di Dio dalla dimensione trascendente della vita di fede, per appiattirla solo nell’immanenza della vita mondana.

Il Pontefice muore il 20 agosto 1914, pochi mesi prima lo scoppio della Grande Guerra; Pio XII lo beatifica nel 1951 e canonizza il 29 maggio 1954.

 




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