Comunità energetiche: una sfida da accogliere

Il Vicariato diocesano per la Carità e la Giustizia invita le comunità parrocchiali ad approfondire il tema delle Comunità energetiche rinnovabili

Le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) sono fondamentali per costruire un futuro sostenibile, giusto, partecipato.

Ne è convinta la Chiesa italiana che ad un anno dalla conclusione della 49a Settimana sociale di Taranto ha costituito un Servizio di Assistenza e Consulenza presso l'Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro per supportare le realtà ecclesiali locali nella nascita delle Cer che - si legge sul sito settimanesociali.it - possono «rappresentare anche una risposta alla povertà energetica che ha colpito famiglie e persone fragili nel nostro Paese e favorire la creazione di legami comunitari solidali nella rete territoriale civile ed ecclesiale».

E ne è convito anche il Vicariato Carità e Giustizia della Diocesi di Nola, guidato da don Aniello Tortora, che rivolge a tutte le parrocchie diocesane un invito ad accogliere la sfida delle Comunità energetiche rinnovabili: si tratta infatti di uno strumento che consente di «sperimentare che l’Ecologia integrale proposta dalla Chiesa può tradursi in un nuovo modello di sviluppo umano ed economico sostenibile, giusto e
partecipato», si legge nel depliant messo a punto dal Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani

Ma che cos'è una comunità energetica?

  • Una Comunità energetica è un soggetto giuridico, riconosciuto dalla legge 199/2021, che si basa sulla partecipazione aperta e volontaria di persone fisiche, imprese, associazioni, enti locali ed enti religiosi.
  • L’obiettivo principale di una Comunità energetica è fornire benefici ambientali, economici e sociali ai suoi membri e alle comunità locali in cui essa opera, attraverso la produzione e l’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. In tal modo contribuisce sia alla decarbonizzazione sia alla sicurezza energetica del Paese.
  • La Comunità energetica gode di alcuni incentivi di natura fiscale, tariffaria, finanziaria che le consentono di ridurre i costi degli investimenti necessari per la costituzione e l’operatività e per partecipare dal basso alla conversione energetica basata sul ricorso alle fonti rinnovabili. 

Quali le tappe per avviare una Comunità energetica?

  1. Formazione. Invitare cittadini e membri della comunità ecclesiale, associazioni, enti locali, imprese ed enti religiosi a vivere un percorso di formazione e discernimento orientato alla costituzione di una Comunità energetica.
  2. Consumo condiviso. Creare una impresa cooperativa o un’associazione per il consumo congiunto di energia elettrica, godendo dei benefici tariffari e fiscali di legge.
  3. Fattibilità e progettazione. Effettuare, con il supporto di tecnici specializzati, uno studio di fattibilità e un progetto tecnico e finanziario, con possibilità di accedere a risorse del PNRR e/o altre provvidenze pubbliche.
  4. Comunità energetica. Creare una Comunità energetica in forma di impresa cooperativa per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia elettrica da fonti rinnovabili.
  5. Finanziamento e realizzazione. Accedere al credito bancario dedicato e realizzare gli impianti di produzione e di stoccaggio dell’energia elettrica.

Scarica il depliant del Comitato Scientifico e Organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani


Questi i contatti del  Servizio di Assistenza e Consulenza per le Comunità Energetiche Ufficio Nazionale per la pastorale sociale e il lavoro:

Via Aurelia 468, 00165 Roma
Tel. 06 66398218-229
unpsl@chiesacattolica.it
settimanesociali@chiesacattolica.it
Maggiori info: https://www.settimanesociali.it/lasfida-delle-comunita-energetiche/






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