«I santi ci richiamano ad attraversare la storia con speranza»

L'omelia del vescovo di Nola, Francesco Marino, durante la Celebrazione eucaristica al Cimitero di Nola

Questo pomeriggio, presso il Cimitero di Nola, il vescovo Francesco ha presieduto la Celebrazione eucaristica per la Solennità di Ognissanti, in suffragio di tutti i fedeli defunti. 

«I santi ci richiamano ad attraversare la storia con speranza»

«Con gioia accogliamo il Vangelo appena ascoltato (Mt 5,1-12), in cui Gesù proclama le otto beatitudini: per otto volte Gesù chiama “beati” quanti, nel loro agire rivelano il Regno di Dio, la venuta di Dio tra gli uomini nella persona di Gesù. - ha detto il vescovo durante l'omelia - È questo regnare di Dio in mezzo a noi che trasforma la realtà: i miti, i giusti, i perseguitati citati da Gesù sono quanti erano allora intorno a lui ma anche quanti, nel tempo, seguendo la sua parola, costituiscono la comunità in cui le beatitudini sono vissute, la Chiesa, l’inizio, il germe del Regno di Dio. La Chiesa come la voluta Gesù è santa, - ha continuato monsignor Marino - è inserita in un disegno di santità di Dio Padre che vuole che tutti gli uomini siano santi. Ogni beatitudine è via che conduce al Regno di Dio per realizzare in pienezza la Parola e conseguire la felicità piena: ognuno di noi può fare una scelta di vita santa, incarnando nell’oggi, secondo il proprio carisma, la grazia battesimale ricevuta, per giungere alla meta del cammino di fede, la piena comunione con Dio».

Ed ha aggiunto il vescovo: «Nei primi tempi della Chiesa, i cristiani erano perseguitati. San Giovanni, nel passo dell’Apocalisse ascoltato (Ap 7,2-4.9-14), parla di loro come coloro che hanno “lavato le loro vesti nel sangue dell’agnello”, vesti splendenti per questo di santità. Sono parole con le quali l’apostolo invita i cristiani del suo tempo ad affrontare le difficoltà e le persecuzioni guardando al futuro, alla meta promessa, alla gioia infinita, alla comunione infinita con Dio. Un invito che anche noi, oggi, in questi tempi di guerra, dobbiamo accogliere: guardiamo al disegno di Dio, alla nostra speranza, perché la nostra esperienza è esperienza di bene. San Paolo parla di questa speranza richiamando i dolori del parto che sono i dolori più forti che una donna deve attraversare ma che portano alla nascita di un bambino, alla vita: l’esperienza cristiana porta ad attraversare le vicende umane con la speranza della vita. I santi, con la loro testimonianza, ci richiamano a concepire la nostra vita alla luce della pienezza che deve venire e cui tutta l’umanità tende».





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