Verso il futuro sulla via della cultura

Da pochi mesi don Filippo Ruggiero è parroco di San Nicola di Bari a Castello di Cisterna Insieme al Consiglio pastorale ha scelto la storia e le tradizioni per dialogare con il territorio

Dallo scorso ottobre, don Filippo Ruggiero è alla guida della parrocchia abbaziale San Nicola di Bari a Castello di Cisterna, comune di 7700 abitanti, in provincia di Napoli. Da allora si è fatto promotore, insieme al Consiglio pastorale, di una rete tra le associazioni territoriali, parrocchiali e non, per valorizzare le risorse locali. A cominciare dalla tradizione della lavorazione della pietrarsa, estratta dalle cosiddette ‘mulare’, le cave di questa pietra lavica, una delle quali visibile al di sotto della parrocchia.

Insieme alla Pro Loco Castrum, al maestro Luigi Minichino, scultore esperto della lavorazione della pietra, e allo storico dell’arte Mino Iorio, la parrocchia ha promosso - lo scorso 24 febbraio - un convegno dedicato a “Le mulare, la pietrarsa e la tradizione”. Una scelta che nasce dal profondo legame della comunità locale con questa tradizione estrattiva: «In tanti hanno lavorato e lavorano ancora nelle cave. L’estrazione della pietrarsa è stata sempre un segno di appartenenza alla comunità al pari della fede nel santo patrono Nicola di Bari - racconta don Ruggiero - . La possibilità di lavorare che le cave offrivano e offrono significavano e significano possibilità di dignità e apertura alla carità. Carità intesa anche come dar lode e gloria a Dio attraverso l’edificazione e manutenzione della chiesa parrocchiale, costruita su una cava e abbellita di tante opere d’arte ricavate dalla pietra estratta».

Puntare sulla cultura è per don Ruggiero fondamentale per generare nuovi legami attraverso i quali far poi germogliare nuova fede: «La comunità cittadina è oggi varia - sottolinea il parroco - In molti hanno qui la residenza ma di fatto non vivono la comunità. Anche il legame con il complesso residenziale che ha accolto gli sfollati del terremoto del 1980 (ex legge 219/81, ndr) è molto fragile. Si tratta di realtà nei confronti delle quali la comunità parrocchiale non può restare indifferente. E la cultura, la valorizzazione dello specifico territoriale, credo sia lo strumento giusto per provare ad iniziare un confronto. L’Azione cattolica parrocchiale continua don Ruggiero - sta lavorando tanto e collaborando con le altre associazioni locali soprattutto per creare o recuperare luoghi che possano favorire l’aggregazione: penso al progetto del Giardino per l’infanzia nel terreno adiacente alla canonica e al ripristino delle sale parrocchiali per laboratori, teatro ed oratorio».

Il camminare insieme non è semplice ma, spiega don Ruggiero, «il Cammino sinodale ci sta aiutando. Stiamo approfondendo quanto il Cammino ci chiede e stanno emergendo molte domande sul nostro essere comunità, sul nostro annunciare, sul nostro accogliere. Domande alle quali non abbiamo risposte immediate, ma che non vogliamo ignorare. C’è tanto desiderio di futuro, c’è tanto desiderio di lasciare alle generazioni future una comunità consapevole della sua storia, della sua arte e della sua fede. Sono felice di poter essere con questa comunità oggi, di poterla accompagnare in questa nuova parte del suo viaggio».

(pubblicato su inDialogo. Dorso regionale di Avvenire, il 23 marzo 2023)





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