La Carità nella vita e nella teologia di Paolino di Nola

Incontro promosso dalla Diocesi di Nola e dalla Compagnia di San Paolino. La relazione del teologo moralista, don Salvatore Purcaro

Si è tenuto ieri, 29 maggio 2023, il primo dei tre incontri che la Diocesi di Nola e la Compagnia di San Paolino, associazione interparrocchiale che raccoglie i devoti del santo, hanno organizzato in vista della prossima Solennità del co-pastrono diocesano, Paolino di Nola, sul tema «Fede, speranza e carità nella vita del Santo vescovo nolano».

Alla virtù teologale della Carità è stato dedicato il primo incontro, presso la Chiesa dei Santi Apostoli a Nola, presentata dal teologo moralista, don Salvatore Purcaro, docente presso la Pontificia facoltà teologica dell'Italia Meridionale.

Ad introdurre la serata, il vicario generale della Diocesi, don Pasquale Capasso. Presenti il vescovo di Nola, Francesco Marino, e la presidente della Compagnia, Giusy Lanzaro.

Don Salvatore Purcaro e don Pasquale Capasso

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Dopo la relazione di don Purcaro, i presenti, divisi in gruppi, hanno vissuto un momento laboratoriale guidati da alcuni scritti di San Paolino e alcune domande proposte dal relatore.

Gruppi di studio
L'intervento del vescovo Marino

La traccia usata nei laboratori

La Carità nella vita e nella teologia di Paolino di Nola

Sequela di Cristo come esempio, criterio di giustizia sociale, stile di relazione amicale

Alcuni testi di Paolino:

1. Carità come sequela di Cristo modello della vita cristiana
  • Quanto sia impegnativo seguire Cristo tu puoi dedurlo dalle parole dell’Apostolo che afferma: Colui che dice di seguire Cristo deve comportarsi così come Lui si è comportato (1 Gv 2,6). Come poi Cristo si sia comportato ce l’insegna l’altro Maestro (Paolo) quando dice: Egli, Cristo, non commise peccato e nella sua bocca non si trovò inganno; oltraggiato, non ricambiava gli oltraggi, ma si consegnava per la morte a chi lo giudicava in modo ingiusto (1 Pt 2,22-23). Ma sia dalle sue azioni che dai suoi insegnamenti noi possiamo conoscere come Egli si sia comportato. Egli infatti venne nel mondo proprio per questo, per proporci la sua vita come modello e specchio di vita” (Epist. 24,21).
  • O Povertà di Cristo, per me degna di venerazione e più preziosa di tutto il mondo! Tu arricchisci di un tesoro celeste quelli che spogli delle ricchezze, in un certo senso li purifichi dai ruderi della terra, distruggi in noi le cose terrene e al loro posto costruisci le eterne, con nuova legge cambi la perdita della terra in acquisto della vita, capovolgendo la successione della perdita e del guadagno, sicché la conservazione del danaro produce danno, la perdita di esso produce guadagno (Carme XXI, 506 ss).
  • Queste parole: Va' e vendi tutte le tue cose si prestano ad un duplice significato. Noi infatti non possediamo soltanto beni esterni, come il danaro e le proprietà, ma anche le interiori ricchezze de nostro animo, che costituiscono il nostro vero patrimonio. Vendere quest'ultimo, cioè rinunciare al suo possesso, costituisce una vittoria tanto più grande quanto maggiore è la difficoltà di separare le cose innate da quelle che ci sono state aggiunte: è più difficile svellere ciò che è profondamente radicato in noi che spogliarci di ciò che aderisce a noi solo esteriormente. Infatti trasforma e vince se stesso chi rinuncia ai propri costumi e rinnega se stesso per compiere quella parola di Dio tanto esigente: Chi perderà la propria vita per causa mia la troverà (Epist. 40,11).
2. Carità come criterio etico nelle scelte di giustizia sociale
  • L’abbandono e la vendita dei beni temporali, posseduti in questo mondo non costituisce il compimento, ma soltanto l'inizio della corsa nello stadio; non è, per così dire, il traguardo, ma solo la partenza. L’atleta infatti non vince allorché si spoglia, perché egli depone le sue vesti proprio per incominciare a lottare, mentre è degno di essere coronato vincitore solo dopo che avrà combattuto a dovere. Allo stesso modo il nuotatore si spoglia per attraversare il fiume che gli sta di fronte; egli tuttavia non lo attraverserà a nuoto solo per essersi liberato dal grande impedimento delle vesti, ma deve fendere l'impeto della corrente e portare a termine la fatica della traversata, sforzandosi con tutto il suo corpo e muovendo con abilità tutte le membra, spingendosi avanti con i piedi, remando con le braccia e scivolando sul fianco (Epist. 24,7).
  • Dobbiamo imparare a vivere per Cristo la santa giustizia e a dispensare una parte (dei beni) ai poveri... Improbo, avaro, disprezzi il povero che pure è partecipe della tua natura e per avarizia lo privi della parte che gli spetta. Iniquo, tutto ciò che a te avanza senza alcuna utilità, ciò che nascondi in una buca scavata in terra è parte che spetta ai poveri. Perché trattieni per te le cose altrui?... Non goda più il ricco delle ricchezze, né il forte della forza, né il sapiente del grande ingegno. Nessuno confidi nella propria ricchezza o si applauda per se stesso, poiché tutto è stato creato o concesso da Dio, che ne è la sorgente (Carme XXXI, 499 ss).3.
3. Carità come stile di relazioni amicali
  • Tuttavia, ammesso che nel corso dei nostri rapporti ci sia stato avvicendamento dei tempi, cioè un tempo di tacere e un tempo di parlare, certamente però non c'è stato allo stesso modo anche un tempo di amare e un tempo di trascurare. Da molto tempo, infatti, come tu senza dubbio sai, ho preso ad amarti, o mio fratello Santo, e ti ho amato ininterrottamente anche se non sempre con questa carità che appartiene a Cristo, ma con quel legame di amicizia umana, che possiede le carezze sulle labbra, ma non ha radici nei cuori, poiché non è costruita sulla roccia quell’amicizia che non è fondata su Cristo. Perciò essa, scossa talvolta da una qualsiasi ventata di leggerezza, si dissolve e, mostrando il fiore fugace con la sua effimera bellezza, presto come fiore si inaridisce e come il fiore del campo si appassisce. Dura in eterno l’amore di Dio, che ci unisce gli uni agli altri e per vivere e per morire insieme, perché forte come la morte è la carità di Cristo (Epist. 40, 2).

Domande per i gruppi

  • La carità come sequela chiede di orientare i propri sentimenti ed il proprio agire per vivere nel mondo da discepoli di Cristo. Quale rapporto tra le mie scelte di vita e la sequela di Cristo?
  • Per Paolino la Carità non è la semplice elemosina o spoliazione dei beni, ma chiede di ristabilire la giustizia. Come mi rapporto ai beni? Sono consapevole che la proprietà privata è in rapporto alla equa distribuzione delle sostanze?
  • L’amicizia per Paolino si fonda nella carità di Cristo, non la semplice filantropia, ma l’amore nel e attraverso il fratello. Come vivo le mie relazioni amicali? Quale contributo il tema dell’amicizia può offrire al cammino sinodale della nostra Chiesa?




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