Santa Maria a Castello: le paranze al Santuario per la benedizione delle tammorre

Ieri, mercoledì 3 aprile, il via ai festeggiamenti con il tradizionale ritrovo di tutti i gruppi presso il tempio mariano

Ieri, mercoledì 3 aprile, sono iniziati i festeggiamenti di Santa Maria a Castello presso l'omonimo Santuario di Somma Vesuviana. Si tratta di una festa che coinvolge tutta la comunità cittadina sommese che, per un intero mese, è richiamata al tempio mariano per affidare il futuro personale e cittadino alla Vergine venerata.

«La salita a Castello serve a noi perché nello sguardo della Madonna possiamo riconoscere Dio che ci ama. Serve a noi perché nello sguardo di Maria possiamo affrontare le difficoltà del nostro cammino. La sosta a Castello ci ricorda che è festa se siamo tutti partecipi e la gioia di ritrovarci sotto lo sguardo di Maria ci rende tutti fratelli, nonostante le diversità», ha evidenziato nell'omelia della messa celebrata ieri, il rettore del Santuario, don Francesco Feola.

La consegna e la benedizione delle tammorre

Dopo la celebrazione Eucaristica, i fedeli, raggruppati in 'paranze', si sono ritrovati all'esterno del Santuario per pregare la supplica alla Madonna e benedire le tammorre, una per ogni paranza. Infine, si è tenuto il conseguente spettacolo piro-musicale a cura della premiata ditta "Lieto Carmine" di Visciano.

Il discorso alle paranze del rettore, don Francesco Feola

Prima della consegna delle tammorre, don Feola ha tenuto un discorso a tutti i fedeli presenti.

«Ogni sommese intende Castello per sua vita perché tuo amore accende in esso ogni virtù. Così ci fa cantare l’inno alla Madonna e sotto la sua protezione stasera poniamo noi stessi, le persone a noi care, la nostra cittadina di Somma Vesuviana e il mondo intero. Il nostro ritrovarci ai piedi della Madonna di Castello fa parte del naturale termine di questi mercoledì nei quali siamo venuti a pregare la Mamma celeste, preparandoci al sabato dei fuochi. È stato un percorso bello, grazie al quale abbiamo celebrato l’Eucaristia che è il sacramento della Comunione e dell’unità, abbiamo invocato la Madonna e ora da lei riceviamo il segno della festa. Compendio di questi mercoledì in onore della Madonna è stato lo scorso 20 marzo quando decine e decine di persone sono salite a Castello a piedi, facendo la via Crucis o la scala del Rosario, celebrando la Confessione e pregando la Madonna», ha esordito il rettore del Santuario.

«Quando ero ragazzo, sentivo spesso parlare qui a Castello o per il Casamale quelle persone di altro tempo, di altra levatura umana, che dicevano che la tammorra nasce e muore con la festa della Madonna. Era il modo per dire che la nostra tradizione, così come il rispetto per la montagna e le sue preziosità, nascono con il rispetto e la devozione alla Madonna di Castello. Questa sera, il segno che viviamo vuole indicare tutto questo. Vuole dire che ogni paranza è legata al Santuario e che nel portare avanti la tradizione non verrà meno al rispetto e alla devozione alla Madonna. Tra poco benedirò le tammorre segno della festa, della tradizione, della passione e della unità tra noi. Le consegnerò alle paranze: poi quando nei prossimi giorni, scendendo dal ciglio, verranno qui per la benedizione, consegneranno la tammorra che sarà custodita in santuario. Perché la tammorra nasce e muore con la festa della Madonna», ha aggiunto don Feola.

«Sono contento del cammino che santuario, paranze, associazione e altri, stiamo facendo insieme e, che ci vede coinvolti nel promuovere la devozione alla Madonna di Castello, nel custodire questo santuario, nel tenere aperta la chiesa diversi giorni a settimana, nel tenere pulito e ordinato tutto il perimetro esterno della chiesa, del piazzale, della scala e della scarpata. Sono contento anche che da qualche mese a Castello si consegnano le credenziali per chi, in Campania, intraprende il cammino per Santiago di Compostela. Tutto questo dice il percorso che stiamo facendo perché la Madonna di Castello sia ancor più conosciuta e amata e questa nostra zona, preziosa e bella, sia ancor più visitata. Il mio servizio a Castello, come rettore di questo santuario, mi impone anche uno sguardo e una parola profetica. E stasera, lontano da ogni atteggiamento critico, non posso fare silenzio sul “male” di Castello. È indubbio che la zona sia stata abbandonata a se stessa, non solo da tutto mondo politico – amministrativo, ma anche un po' dalla gente di Somma. Questa zona è bellissima e con la collaborazione di tutti potrebbe esprimere tante potenzialità. Ho cercato nei mesi scorsi di creare un tavolo di concertazione per Castello, per favorire la possibilità di sinergie e disponibilità che aiutassero a promuovere la zona, ma purtroppo non ha avuto possibilità di conseguenzialità. E me ne rammarico! Oggi la nostra presenza a Castello non deve, ne può essere una passerella ne un mero momento formale. Oggi a Castello, siamo chiamati a rispondere ad un chiaro appello che viene dal guardare Somma dall’alto, per fare la nostra parte per la promozione e la riqualificazione di questa zona. Siamo in tempi difficili, di guerra nel mondo e noi qui dobbiamo promuovere la pace perché nella nostra cittadina si concretizzino cose buone. Faccio appello a tutti affinché respirando questa nobile aria, nella scia di una forte tradizione di attaccamento alla nostra terra e alle sue bellezze possiamo impegnarci per rendere Somma una terra migliore. Faccio appello alle forze politiche sommesi, basta con questa divisione e tensione! Seppur nella diversità di vedute e di pensiero si trovino possibilità di confronto perché per questo vi siete assunti l’onore e l’onere di occupare gli scanni del consiglio comunale. Somma non merita questo momento difficile e come un vostro fratello, a tutti voi chiedo di rasserenare i rapporti e impegnarvi ancor meglio per la nostra Città. Le necessità e le urgenze sono tante e vanno subito affrontate con la corresponsabilità di tutti».

Infine, don Feola ha rivolto un invito: «Cari amici, faccio mia un’espressione del fondatore degli scout Baden Powell che ha ideato il grande gioco scout grazie al quale oggi, milioni di persone, vivono una vita felice impegnandosi nel sociale, nella politica e nell’educazione alla fede: “Andiamo” non “vai” se vuoi che un lavoro sia fatto. E noi siamo chiamati ad andare insieme, per migliorare la nostra Città, per promuovere la devozione alla Madonna di Castello, per far conoscere questo splendido posto. Camminare insieme, nelle diversità di vedute e opinioni, ma con l’unico grande fine: quello di vivere tempi belli, sereni e prosperi per tutti. Dallo sguardo dolce e mite, ma anche fiero e severo della Madonna di Castello, da questa sosta, da questa festa ognuno di noi assuma le sue responsabilità e s’impegni ad andare insieme all’altro per il bene di tutti e di ciascuno. La Madonna benedica Somma e tutti noi!».





Questo sito web utilizza i cookie
Questo sito o gli strumenti di terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner acconsenti all'uso dei cookie.
design komunica.it | cms korallo.it.