Donna è teologia. Fare teologia dal femminile nella città odierna

Presso la Sezione "San Tommaso d'Aquino" della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale sono in programma due mattinate di confronto sul fare teologia da una prospettiva femminile

"Donna è teologia. Fare teologia dal femminile nella città odierna" è il titolo del quarto laboratorio sul genio femminile che si terrà presso la Sezione “San Tommaso d’Aquino” della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale. «In contesti urbani spesso secolarizzati, la teologia femminile si confronta con il bisogno di spiritualità che va oltre le forme istituzionali tradizionali», si legge nel comunicato diffuso dalla Facoltà.

Due giornate per scoprie una nuova prospettiva

Per le mattinate del 21 e 22 ottobre la Sezione “San Tommaso d’Aquino” della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale ha organizzato il Convegno di studi "Donna è teologia. Fare teologia dal femminile nella città odierna". Dopo i saluti iniziali, si darà il via ai lavori con gli interventi di professoresse provenienti da diverse Università italiane ed estere: Sandra Mazzolini, Caterina Ciriello, Maria Bianco, Anna Carfora, Lucia Vantini, Valentina Stilo, Catherine Fino.

Nella città odierna, fare teologia da una prospettiva femminile significa confrontarsi con un contesto urbano complesso e diversificato, portando in primo piano le esperienze di vita, le sfide e le speranze delle donne. A differenza dell’approccio teologico tradizionale, spesso eurocentrico e patriarcale, questo approccio si inserisce nel più ampio campo della teologia femminista e, in contesti specifici, della teologia donnaista (di matrice afroamericana), della teologia womanist (di matrice latinoamericana) e di altre teologie contestuali che promuovono la giustizia sociale, l’inclusione e la liberazione.

Il curatore del convegno, il professore Gianpiero Tavolaro, responsabile anche del Laboratorio sul genio femminile, oggi alla sua quarta edizione, afferma: «Si tratta di un tema che dice il radicamento – reale e non retorico –  della fede nelle concrete esistenze, della teologia nella città, del futuro nelle asperità del presente. In questa cornice tenteremo di dissotterrare il frutto culturale e spirituale delle donne coinvolte in vario modo nella storia del Vangelo, per generare una nuova e giusta alleanza tra i sessi».

Le donne non sono un oggetto da analizzare, ma un soggetto che, dall’interno, costruisce il mondo e lo nomina; e lo fa attraversando territori maturati in decenni di riflessione “femminista”, in cui è stato forte il desiderio non di ottenere la propria parte in un sistema fondato sulla disparità e l’ingiustizia, ma di cambiare paradigmi e strutture, in modo che il mondo – e anche la Chiesa – sia sempre più casa di relazioni ospitali.

«Questi cambiamenti partono da quanto le donne hanno vissuto, patito, combattuto, intuito e plasmato», afferma il Decano della Facoltà Teologica di Capodimonte, il professore Antonio Foderaro, aggiungendo che «in un tempo come questo, affamato di pace, una tale comprensione porta a nuove letture e a nuovi processi di guarigione e di riequilibrio dei rapporti sociali ed ecclesiali».

In sintesi, fare teologia dal femminile nella città odierna è un processo dinamico e contestuale. Non si tratta solo di riflettere “sulle” donne, ma di fare teologia “con” le donne e a partire dalle loro vite, cercando di immaginare una società e una Chiesa diverse, che non tralasciano le differenze bensì le valorizzano.




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