La parrocchia Santa Maria La Nova inSant'Anastasia festeggia il santo patrono cittadino, San Francesco Saverio. «Ci apprestiamo a vivere la festa del nostro Santo patrono Francesco Saverio- ha scritto nel suo messaggio ai fedeli il parroco don Tommaso Lucania-. Avvalorati dalla sua testimonianza di vita, il Signore Gesù possa donarci la gioia di essere Missionari d'Amore e la Vera Pace da offrire a quanti incontreremo».
San Francesco Saverio: domani a Sant'Anastasia la Messa con il vescovo Francesco Marino
La memoria liturgica di San Francesco Saverio ricorre domani. Nella mattinata sono in programma due Sante Messe: alle 7:00 e alle 10:00. Mentre la sera, alle 19:00, le comunità parrocchiali locali e i loro pastori prenderanno parte alla Concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo di Nola,Francesco Marino. Saranno presenti anche le autorità civili e militari.
I festeggiamenti sono già iniziati domenica 30 novembre con la processione del simulacro del Santo Patrono. Ieri, lunedì 1 dicembre, c'è stata l'Ostensione della reliquia di San Francesco Saverio mentre stasera ci sarà l'omaggio della stola al Santo.
Don Lucania: «La reliquia come presenza viva nella Chiesa»
Nella Chiesa delle origini il termine reliquia - dal latino reliquiae, «ciò che rimane» - indicava innanzitutto i resti terreni di chi aveva confessato Cristo fino al martirio. La comunità non parlava ancora di “santi” in senso teologico, ma di testimoni: uomini e donne che avevano condiviso fino in fondo il mistero della Pssione e della Risurrezione del Signore. Attorno ai loro corpi, deposti con semplicità nelle catacombe o nei cimiteri, i credenti si riunivano per pregare, celebrare l’Eucaristia e custodire la memoria viva di quella testimonianza. Non si trattava di un culto agli oggetti, ma di una comunione profonda con chi aveva offerto la propria vita per il Vangelo: la loro corporeità diventava segno di grazia già operante, che continuava a irradiare forza e consolazione sulla Chiesa.
Con la fine delle persecuzioni e l’evoluzione della vita ecclesiale, la Chiesa riconobbe anche un’altra categoria di testimoni: i confessori. Essi non erano stati uccisi per la fede, ma la professavano con radicale fedeltà: nella missione, nella carità, nella predicazione, nella custodia del Vangelo, nella cura delle anime. Essi, pur mancanti del martirio di sangue, furono onorati come testimoni degni di rispetto e devozione, e le loro tombe - come quelle dei martiri - divennero luoghi di memoria e preghiera.
Parallelamente si sviluppò una concezione più estesa di reliquia, non più limitata ai resti corporei, ma comprensiva degli oggetti appartenuti o toccati dal santo, segni tangibili delle sue virtù eroiche e della grazia divina operante in lui. Al fine di prevenire abusi, falsificazioni e pratiche devozionali improprie, il Concilio di Trento impose l’obbligo di un’autenticazione formale prima della loro pubblica venerazione. Tale principio, mantenuto con rigore ancora oggi dalla Chiesa, garantisce che il culto delle reliquie rimanga orientato all’edificazione spirituale e non scada in forme superstiziose.
«Nell’ostensione della reliquia di San Francesco Saverio - non un oggetto di pietà fine a sé, ma segno di comunione - siamo invitati a rivivere questa tradizione di testimonianza che abbraccia secoli di storia cristiana, da Roma persecutrice ai grandi cammini missionari moderni. La reliquia, autenticata secondo la sapiente disciplina ecclesiale, non richiama un culto nostalgico, ma una presenza viva nella Chiesa: strumento di grazia, memoria di un testimone, invito a rinnovare la nostra sequela di Cristo», ha sottolineato il parroco, don Lucania.
Il Santo patrono delle missioni
Sacerdote della Compagnia di Gesù, San Francesco Saverio nasce in Navarra nel 1506. Fu tra i primi compagni di sant’Ignazio di Loyola. Spinto dall’ardente desiderio di diffondere il Vangelo, fu evangelizzatore in India, nelle isole Molucche e in altre ancora, in Giappone. San Francesco Saverio è compatrono di Napoli e patrono delle missioni.
«San Francesco Saverio, nella prima metà del XVI secolo, si inserisce pienamente nella tradizione dei grandi confessori della fede. La nascita della Compagnia di Gesù gli apre un nuovo orizzonte missionario, che egli realizza partendo per le “Indie”, dove abbraccia con totale disponibilità la vocazione all’evangelizzazione. La sua morte sull’isola di Sancian, alle soglie della Cina, non avviene in forma cruenta, ma è il compimento di un’esistenza consumata nell’eroismo quotidiano dell’annuncio e del servizio. In Francesco Saverio la grazia divina opera come principio fecondo di trasformazione, capace di orientare interi popoli alla luce del Vangelo, in continuità con i primi testimoni della Chiesa. Per questo la comunità cristiana ne conserva la memoria e lo venera come patrono delle missioni: figura esemplare di zelo apostolico e di totale dedizione al Regno. San Francesco Saverio ci indichi la strada che il Signore ha tracciato per noi, accompagnandoci nella vocazione alla missione, nella testimonianza della fede e nella conversione del cuore. L’Eucaristia non sia rito vuoto, ma fonte di vita nuova, di audacia apostolica, di comunione sincera e di autentica santità da portare nel mondo», ha concluso don Lucania rivolgendosi ai fedeli della sua comunità di Sant'Anastasia.
