Celebrare il Natale è aprire il cuore alla grazia di Dio che ci chiama, ancora oggi, con insistenza alla corresponabilità del suo progetto di amore per l'umanità intera. Questo il messaggio che il vescovo di Nola, Francesco Marino, ha rivolto ieri sera durante l'omelia della Celebrazine eucaristica nella Santa Notte di Natale, presso la Cattedrale di Nola.
Risuona ancora l'annuncio di gioia anche in un tempo che minaccia guerra
L'annuncio della gioia del Vangelo risuona ancora oggi, ricorda il vescovo Marino, anche se il cuore dell'umanità è distratto dalla minaccia della guerra che toglie futuro già a tantit popoli:«Carissimi tutti, fratelli e sorelle del Signore, carissimi sacerdoti e diaconi, viviamo intensamente la liturgia di questa Notte Santa, che è soprattutto un dono, una grazia che per noi si rinnova, e non solo per noi, ma per tutto il mondo, per la Chiesa e per il mondo. Abbiamo ascoltato l'annuncio del Vangelo, la Buona Notizia. Si rinnova per noi l’annuncio che l'Angelo diede ai pastori: “Vi annuncio una grande gioia. Oggi è nato per voi il Salvatore, Cristo Signore”. Oggi il Salvatore è nato per noi, carissimi fratelli e sorelle. Questo oggi è un oggi perenne, è l'oggi della grazia di Dio, è l'oggi della manifestazione, come diceva l'Apostolo, della grazia di Dio che porta salvezza a tutti i uomini e ci insegna a rinnegare l'impietà e i desideri mondani e a vivere con sobrietà, giustizia e pietà. “Oggi”. La liturgia fa risuonare spesso, in questo tempo che si inaugura, questa parola: “Oggi”. Non è un mero ricordo del passato, è un dono perenne, un dono che attraverso il tempo, la storia, ci fa già entrare in qualche modo nell'eternità di Dio, nel cuore di Dio, nell'amore pieno di Dio. Ma, per ciascuno di noi e per il mondo, tutto questo, “oggi”, potrebbe sembrare in dissonanza con quanto il mondo sta vivendo, con quanto anche noi stessi drammaticamente avvertiamo nel nostro cuore per la presenza del mistero di iniquità che attraversa il mondo, che attanaglia anche i nostri cuori in qualche maniera, se non altro perché ci intimorisce, ci fa perdere in qualche modo fiducia, speranza. Questo mondo è segnato dal peccato. Basta pensare a come i poteri di questo mondo preparano, desiderano la guerra. Avvertiamo, strisciante, un messaggio che spinge ad armarsi, ad armarsi perché si intravedono i nemici, si crea in qualche modo il nemico che dobbiamo combattere con la guerra. Sono messaggi diabolici», ha detto il vescovo Marino.
Marino: «Soprattutto noi cristiani siamo responabili della pace»
Il vescovo di Nola ha sottolineato che Dio chiama ogni persona a costuire con lui il suo regno di fraternità e pace: «Papa Leone, fin dall'inizio del suo pontificato - ma prima di lui papa Francesco, Benedetto XVI - ci ha messo in guardia a tutto questo, facendo chiedere nella preghiera al Signore e spingendoci a impegnarci per una pace disarmata e disarmata. Perché solo la pace può disarmare, non solo come desiderio, ma come impegno, come responsabilità, come capacità di dialogo, di accettazione dell'altro, in obbedienza proprio alla grazia di Dio che ci ha data, che ci ha data. Noi come cristiani abbiamo questa responsabilità nel nostro mondo. "Pace in terra agli uomini che Dio ama", abbiamo sentito questa sera. Vedete, quando noi celebriamo Natale, e questo vale anche per gli altri misteri della nostra fede, quando noi ascoltiamo questa parola oggi, oggi è nato per voi il Salvatore, che è Cristo Signore, tutto questo è dono, è grazia, è qualcosa che noi riceviamo, che riceviamo realmente e direi effettivamente. Natale significa che Dio ci ama, che Dio ha ancora fiducia in noi, che Dio ancora crede nell'uomo e crede nella possibilità che l'uomo, che la persona e le comunità umane possano camminare sulla via della verità, innanzitutto, e del bene. E la verità è Gesù Cristo. Il sommo bene è Dio, nostro Padre», ha aggiunto il vescovo Francesco.
Dio viene nella povertà di un presepe per indicare che è nell'amore che, ancora oggi, lui salva
Il vescovo ha quindi richiamato tutti alla responsabilità, la corresponsabilità nella promessa di Dio: «E riceviamo nell'oggi lo Spirito di Gesù Cristo per essere noi, innanzitutto, noi che ascoltiamo la parola di Gesù, noi in cui si incarna oggi la parola di Gesù, responsabili, corresponsabili, in risposta all'amore di Dio, in risposta alla grazia di Dio, a costruire un mondo secondo il cuore di Gesù Cristo, secondo Gesù Cristo stesso. E non ci deve meravigliare il fatto che tutto questo il Signore lo realizzi nella impotenza, l'impotenza di un bambino, inerme, nella povertà di questo bambino e della famiglia che lo accoglie, e nella tenerezza che il bambino ispira. Ogni bambino che nasce è il segno di speranza e soprattutto dell'amore di Dio, in particolare questo bambino per l'umanità. Nella sua povertà, nel suo essere inerme, nel presepio, nella sua semplicità assoluta, Egli ci indica la via, la via verso cui si realizza quella salvezza che Lui è venuto a portare. Oggi è nato e qui salva. Allora, carissimi fratelli e sorelle, lasciamoci coinvolgere da questo modo di essere, da questo modo di agire, di manifestarsi, di rivelarsi di Dio del mondo. Ha scelto di nascere povero, eppure è il Salvatore. Ha scelto di morire sulla croce, eppure, la sua morte sulla croce, che sembra una sconfitta, in realtà è rivelazione dell'amore di Dio. Allora accogliamo Gesù bambino nei nostri cuori, accogliamo la grazia di Natale nei nostri cuori. Vedete, questa grazia, la parola di Dio ci rivolge in tutti i modi, questa grazia è luce. Il profeta Isaia annuncia una grande luce per il cuore. Eppure, questo annuncio avviene nel momento in cui il popolo d’Israele sta attraversando il buio di un esilio, di una sconfitta: ma allora il Signore realizza le sue promesse. E questo in qualche modo accade anche nell'ora presente, nel momento presente, solo che il Signore desidera da noi che ci lasciamo coinvolgere nella sua grazia, che la luce di Gesù possa fugare dai nostri cuori le ombre del peccato, della morte, della violenza, dell'ingiustizia, della sopraffazione, del potere, dell'arricchimento. Gesù è venuto per capovolgere tutto questo. “Ha rovesciato - dice Maria - i potenti dai troni e innalzato gli umili”. E Gesù è l'unità di Dio innalzata a vessillo della salvezza dell'uomo. Perché dove c'è un uomo di fede, una persona invasa dalla luce della fede, è possibile per l'azione di Dio, per l'opera di Dio, che si compia fin d'ora, si costruisca fin d'ora il suo regno, il suo regno di amore, di giustizia, di fraternità e di pace. E questo è l'augurio, anzi direi il dono che vogliamo noi accogliere e anche scambiarci in questo Santo Natale che vogliamo vivere insieme, tutti noi come credenti nel Signore Gesù venuto a salvarci. E così sia. Amen».