Domani, 21 giugno, alle 18:00, presso il Salone dei Medaglioni di Nola, l'associazione"S.A.V.E. Saverio Carillo" promuove la presentazione del libro "I Moscati di Santa Lucia di Serino", scritto da Ottaviano De Biase, nella tavola rotonda in cui si discuterà del rapporto tra Bartolo Longo e Giuseppe Moscati. Per l'occasione saranno esposte le reliquie di Moscati che si trovano custodite presso la parrocchia San Gennaro in San Gennarello di Ottaviano.
Il rapporto tra Bartolo Longo e Giuseppe Moscati
La presentazione del testo di De Biase sarà l'occasione di discutere in una tavola rotonda su "Bartolo Longo e Giuseppe Moscati: l'amicizia come cura". I saluti istituzionali sono affidati al vescovo di Nola, Francesco Marino, al sindaco di Nola, Andrea Ruggiero e al sindaco di Serino, Vito Pelosi.
Ad intervenire saranno la professoressa del Liceo statale classico-linguistico e delle Scienze Umane "Publio Virgilio Marone" di Meta, Adele Barbato, la professoressa della Scuola militare "Nunziatella" e presidente dell'associazione "S.A.V.E. Saverio Carillo", Maria Carolina Campone, il dottore dell'Asl Napoli 3 Sud e membro dell'Associazione medici cattolici italiani, Ferdinando Primiano e Emanuela Sica della Collana Plenilunio-Delta 3 edizioni. A moderare l'incontro sarà la direttrice dell'Ufficio beni culturale della diocesi di Nola, Antonia Solpietro.
Don Rianna: «Con Moscati la medicina al servizio della carità»
La parrocchia di Ottaviano, guidata da don Raffaele Rianna, è un punto di riferimento per l'Associazione medici cattolici italiani(Amci) della sezione di Nola per la presenza delle reliquie di San Giuseppe Moscati. Lo stesso don Rianna è l'assistente diocesano dell'Amci. «Quando sono giunto nella parrocchia di San Gennaro in San Gennarello, ho chiesto e ricevuto con gratitudine un’insigne reliquia del santo medico. Per me e per la comunità è un segno prezioso, una presenza che ci guida e ci incoraggia a seguire il suo esempio: vivere la fede nel concreto, servire con amore, portare Dio dove c’è bisogno di guarigione e speranza. San Giuseppe Moscati non è solo un grande medico e un santo della porta accanto: è un modello per tutti noi. Ci mostra che la santità è possibile, anche nel quotidiano, quando si vive con cuore docile e fede salda», ha dichiarato don Rianna.
Dunque, grazie alla presenza di don Rianna, in parrocchia e non solo, è forte la devozione a Moscati. «La vita di San Giuseppe Moscati è stata un’autentica testimonianza di come la cura del corpo e dell’anima possano intrecciarsi nella luce della fede - ha aggiunto don Rianna - . Uomo di scienza e di preghiera, ha saputo mettere la medicina al servizio della carità, senza mai separare il sapere dalla misericordia. Ogni gesto, ogni cura, era per lui un’occasione per incontrare Cristo nel volto dei sofferenti. Questa visione profondamente evangelica continua a ispirare anche il nostro servizio sacerdotale. In un tempo segnato da tante forme di povertà materiali, relazionali, spirituali, siamo chiamati a prenderci cura della persona nella sua interezza. Come ha ricordato Papa Leone nel messaggio per la Giornata Mondiale dei Poveri: “La più grave povertà è non conoscere Dio. È questo che ci ricordava Papa Francesco quando in Evangelii gaudium scriveva: "La peggior discriminazione di cui soffrono i poveri è la mancanza di attenzione spirituale”. San Giuseppe Moscati ha saputo rispondere a questa povertà con uno sguardo pieno di compassione. Nei poveri ha riconosciuto la presenza viva del Signore, e a loro ha donato non solo cure, ma anche la gioia dell’incontro con un Dio vicino. È questa la sua grande lezione: coniugare il cuore umano con il cuore di Cristo».
Valori ed esempi che hanno ispirato don Rianna e tutta la sua comunità come lui stesso ha spiegato: «Da questo spirito è nato, nella nostra parrocchia di San Gennaro in San Gennarello, il progetto Centro ascolto medico, a lui dedicato. Sorto in seno al Centro di ascolto della Caritas parrocchiale, vuole essere non solo un “punto di riferimento sanitario”, ma uno spazio di accoglienza, ascolto e speranza, dove ogni persona possa sentirsi riconosciuta e amata. In questo mese di giugno, in cui meditiamo anche sull’enciclica Dilexit nos di papa Francesco sull’amore umano e divino del Sacro Cuore, riconosciamo in Moscati un esempio luminoso: ha vissuto con un cuore profondamente umano e al tempo stesso trasformato dalla grazia, capace di farsi prossimo, di curare e di evangelizzare. Personalmente sono molto legato al “professore Moscati” come amo chiamarlo; è una figura che mi accompagna fin dall’adolescenza».