A Tor Vergata per custodire e rilanciare i sogni del cuore

Tra gli oltre cento pellegrini della Pastorale giovanile di Nola c’è anche Nunzia Paola Sallusto, 28 anni, medico specializzando in psichiatria, della parrocchia Santa Maria Assunta in Duomo di Nola, segretaria diocesana dell’Azione cattolica. Ad inDialogo racconta il perchè della sua partecipazione al Giubileo dei Giovani. Nelle sue parole lo spirito con cui lei e tantissimi giovani da tutto il mondo prenderanno parte questa sera alla veglia presieduta da papa Leone.

La mia decisione di partecipare al Giubileo dei Giovani nasce alla fine della Giornata mondiale della Gioventù del 2023 a Lisbona: ero lì, presente a Parque Tejo, quando papa Francesco annunciò che prima della Gmg di Seoul ci sarebbe stato nel 2025 il Giubileo dei Giovani a Roma.
Riesco ancora a rivivere il ricordo di quel momento: il boato di gioia che esplose intorno a me, i volti entusiasti degli italiani che mi circondavano, la consapevolezza che la possibilità di rivivere un’esperienza simile in Italia e accogliere giovani cristiani da tutto il mondo sarebbe stata una vera grazia.Ho scelto di partecipare perché la Gmg mi ha lasciato nel cuore volti, parole e tanta bellezza. Sento il desiderio di ritrovare quello stesso spirito: l’entusiasmo della fede condivisa che nasce nell’incontro e la gioia vera di sentirmi parte di qualcosa di più grande di me.

Ma c’è anche un motivo più personale. In mezzo alla fatica quotidiana, agli impegni e a quelle domande che ultimamente abitano il mio cuore e a volte sembrano più grandi di me, il Giubileo rappresenta per me un’occasione per tornare a sperare, per lasciarmi raggiungere da Dio, che ogni giorno mi chiama per nome e continua a sognare qualcosa di grande per me.

Mi aspetto un tempo di luce, un’esperienza capace di aiutarmi a custodire e rilanciare i sogni che porto dentro. Vorrei che questi giorni mi aiutassero a ricordare dove sto andando, a rileggere le scelte che sto facendo e a sentirmi parte di un popolo di giovani che si ascoltano e si confrontano. Siamo giovani che portano nel cuore domande profonde, ma che non hanno paura di sognare in grande con Dio.

Questo sarà anche il mio primo incontro con Papa Leone: porto con me un po’ di nostalgia per Papa Francesco, che ha aperto questo Giubileo e ci ha insegnato a non lasciarci rubare la speranza, ma penso che questa possa essere un’occasione per iniziare a conoscere il nuovo Papa, per ascoltarlo e lasciarmi sorprendere da ciò che lo Spirito può far nascere anche attraverso un volto nuovo.

Si dice spesso che noi giovani siamo “il futuro della Chiesa”, ma io credo che siamo anche l’adesso.
Per essere davvero protagonisti, sogno una Chiesa che si fidi sempre più di noi, affidandoci nuovi spazi e responsabilità, non per riempire vuoti, ma per costruire insieme. Sogno una Chiesa che sappia ascoltare senza pregiudizi, che sappia accogliere, mettersi in discussione, aprire strade nuove per rimanere al passo coi tempi, anche quando questi ultimi portano con sé domande scomode o risposte non immediate.

Nel nostro percorso abbiamo sempre più bisogno di adulti che sappiano camminare con noi, non davanti né dietro, ma accanto: che siano compagni saggi, capaci di accompagnare il nostro discernimento, ma anche disposti a lasciarci sperimentare, sbagliare e rialzarci.

Io stessa, nel mio cammino quotidiano di fede, sperimento la luce e la gioia che i giovani e i giovanissimi sanno donare. So che anche noi vogliamo impegnarci per prenderci cura della Chiesa di Gesù: quando ci sentiamo accolti e valorizzati, possiamo essere davvero per tutti pellegrini di speranza.







Questo sito web utilizza i cookie
Questo sito o gli strumenti di terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner acconsenti all'uso dei cookie.
design komunica.it | cms korallo.it.