In occasione della cinquantesima Settimana sociale dei Cattolici in Italia, vissuta da circa mille i delegati provenienti dalle diocesi di tutto il Paese e dedicata al tema «Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro», nacque nel luglio 2024 la “Rete di Trieste”, network che ormai raccoglie oltre settecento amministratori locali di ispirazione cristiana appartenenti a forze politiche diverse.
La Rete di Trieste: «Una sorpresa dello Spirito»
La Rete di Trieste è nata alla presenza di papa Francesco e del presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella: entrambi ospiti alla Settimana sociale dei Cattolici in Italia nel luglio 2024. Un connubio di spessore che ha dato fiducia e slancio a chi si è impegnato e continua a farlo per fare in modo che questa realtà possa essere sempre di più la casa, non solo politica, di tutti.
«Alcuni amministratori presenti come delegati alla Settimana sociale dei Cattolici in Italia hanno colto l'occasione e si sono visti all'interno del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia per far nascere questa rete che con le parole di monsignor Luigi Renna, presidente del Comitato delle Settimane sociali, è rappresentata e spero di rappresentare una vera e propria sorpresa dello Spirito. Tiene dentro amministratori di ogni schieramento, di centro-sinistra e centro-destra, molti civici, che nella loro azione amministrativa, nella motivazione per cui fanno politica, si rifanno al pensiero sociale della Chiesa», ha spiegato Giuseppe Irace, segretario campano di Per, la rete di azione politica Per le persone e la comunità, presente anche nella diocesi di Nola.
Un percorso che parte dal basso con il sostegno dell'associazionismo cattolico
Il percoso della Rete di Trieste ha visto da subito il sostegno delle associazioni ecclesiali perché l'idea di ritornare sui territori e impegnarsi concretamente e bene tra le persone è uno dei punti principali della Rete di Trieste come ha evidenziato Irace: «Da subito il coordinamento è stato affidato a Francesco Russo, vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia e da lì ci sono stati altri appuntamenti, uno a Roma nel gennaio scorso, la rete è sostenuta dalle associazioni ecclesiali maggiormente rappresentative, come Azione cattolica, Acli, Agesci, Comunità di Sant’Egidio, Comunione e liberazione, Mcl, Movimento politico per l’unità e Rinnovamento nello spirito. A partire da gennaio gli amministratori si sono incontrati con alcuni referenti della Pastorale sociale del lavoro delle diocesi e hanno individuato dei punti cardine che vogliono diventare il minimo comune multiplo per chi si impegna nell'attività politico-amministrativa dei territori. L'obiettivo è stato da subito quello di partire dal basso perché pensiamo che laddove si lavora sui territori, quindi nei comuni piccoli, medi, grandi, è più facile evitare polarizzazioni e andare incontro ai bisogni reali delle persone».
Successivamente c'è stata la scelta di avere un coordinamento più ampio, così sono stati individuati anche tre coordinatori nazionali: insieme a Russo anche Margherita Larocca, consigliere regionale in Sicilia, e Pina Di Donna, consigliere comunale di Per a Torre del Greco.
Gli obiettivi e i temi nazionali e internazionali
Al centro del programma della Rete di Trieste ci sono temi urgenti ma anche questioni che corrispondono realmente alle esigenze delle comunità. «Gli obiettivi da subito sono quelli di mettere in pratica delle azioni amministrative - ha aggiunto il segretario di Per -. Sono cinque punti individuati da portarli in consigli comunali, in consigli regionali e su una serie di temi che vanno dal welfare alla partecipazione e mi piace sottolineare anche quelli del sviluppo sostenibile, perché mentre sul tema del welfare e sulla partecipazione è chiaro che si possono forse più facilmente trovare convergenze tra chi viene dallo stesso mondo, mi sembra invece un bel segnale anche quello di trovare una mediazione sui temi dello sviluppo sostenibile per evitare che ci siano polarizzazioni tra ambientalisti e sviluppisti quando poi la realtà dei nostri territori ci dicono le due cose che si devono mettere insieme».
Lo sguardo, sensibile, degli uomini e delle donne che sono impegnati nella Rete di Trieste non può che andare anche oltre i confini nazionali: «È chiaro che mettendoci insieme non si può non tenere in considerazione temi che riguardano più strettamente il nostro mondo, quindi la rete si è allargata per esempio con lo sguardo alle dinamiche della pace a partire da Gaza e dall'Ucraina, ma almeno per adesso lo sguardo vuole essere quello di mettere insieme delle azioni amministrative dei fatti concreti che riguardano i nostri territori», ha concluso Irace.
OBIETTIVI E TEMI DELLA RETE DI TRIESTE