Il nostro sacerdozio è il sacerdozio di Cristo

Messa Crismale: il testo dell'omelia del vescovo Francesco

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«Noi stiamo qui, non solo per esprimere l’unità della nostra chiesa locale e del presbiterio, ma, come ragione ultima e ancor più profonda, siamo qui per ribadire che il nostro sacerdozio – il sacerdozio universale di tutti i battezzati, al servizio del quale è, destinato il sacerdozio del vescovo e dei presbiteri e il ministero dei diaconi – è il sacerdozio di Cristo. Siamo qui per rinnovare la memoria che la nostra missione – la missione di questa Chiesa particolare, inserita in questo territorio – è la missione di Cristo. Quella missione messa in luce fortemente dalle letture ascoltate: “Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo mi ha consacrato, e mi ha mandato …”».

Lo ha ricordato lo scorso giovedì, il vescovo di Nola, Francesco Marino, nell'omelia tenuta in occasione della Messa Crismale durante la quale il presbiterio ha rinnovato la promessa sacerdotale.

«In teoria, - ha continuato Marino - nessuno di noi penserebbe di metterlo in dubbio che il nostro sacerdozio è quello di Gesù. Ma se ci esaminiamo sull’esercizio concreto del nostro sacerdozio, sul nostro modo di stare a servizio degli uomini, non possiamo non chiederci: fino a che punto il nostro sacerdozio è realmente il sacerdozio di Cristo?...Il nostro sacerdozio è quello di Cristo e non una semplice proiezione dei bisogni umani, tanto meno poi della nostra personale soggettività. Con la benedizione degli olii che useremo per tutto l’anno nella celebrazione dei sacramenti, esprimiamo visibilmente anche l’unità della nostra chiesa locale e del nostro presbiterio intorno al vescovo; esprimiamo la consapevolezza che la chiesa è realtà sacramentale, che si edifica attraverso questi umili elementi presi dalla natura ma assunti dalla grazia a segno e strumento del mistero di Cristo; e dunque vivrà la sua missionarietà nella misura in cui vivrà la comunione, la comprometterà nella misura in cui indebolirà la comunione».

Al termine dell'omelia, il vescovo ha voluto esprimere il suo personale ringraziamento a tutti «per continuare a donarmi affetto e amicizia non solo come depositario di una funzione, ma anche come persona; per aver compatito i miei difetti e i miei limiti; per avermi dimostrato generosa disponibilità e collaborazione. Grazie davvero. Mi ritrovo spesso a ringraziare il Signore per avermi fatto incontrare, tra voi, tante persone speciali. Certo, sto imparando a conoscere anche problemi e difficoltà e chiedo scusa se non sono sempre all’altezza dei bisogni e se a volte deludo le attese di qualcuno o di molti».

 

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