L'aurora inonda il cielo di una festa di luce

La Chiesa di Nola tutta gioisce e affida al Signore il vescovo Francesco nel quinto anniversario del suo ingresso in diocesi.

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"L'aurora inonda il cielo di una festa di luce, e riveste la terra di meraviglia nuova". (Inno, Lodi).
 

La Chiesa di Nola tutta gioisce e affida al Signore il vescovo Francesco nel quinto anniversario del suo ingresso in diocesi.

Dall'omelia dell'ingresso in diocesi del vescovo Francesco

"Ed ora, cari presbiteri, diaconi, religiosi e religiose, fratelli laici, mi accingo ad inserirmi nel vostro cammino. Vengo a voi con semplicità e vi sarò grato se vorrete accettarmi per quello che sono, con pregi e difetti. Non so quello che potremo fare; so soltanto che il Signore ci precede e ci chiama all’operatività evangelica. In tutte le letture della Parola di Dio che ci è stata proclamata oggi ci viene ricordato come ci sia un disegno di Dio su ogni singola persona, quella del vescovo e di ciascuno, e sull’insieme della comunità/popolo di Dio. Un disegno che è vocazione la quale ci struttura nell’amore, ci fa essere per il Signore e per la salvezza degli altri. Noi non possiamo indugiare, né fermarci di fronte a problemi anche complessi, né sostare compiaciuti nel già fatto ed acquisito. Perché tra l’altro la vita ci incalza continuamente e ci mette di fronte a situazioni sempre nuove e diverse. Il tempo che il Signore ci dà è dono da spendere bene e noi ne abbiamo la possibilità perché la chiesa nolana, rinnovata dall’esperienza sinodale, è ricca di iniziative, è intraprendente, zelante; è una bella Chiesa, come mi hanno ripetuto più volte in questi ultimi tempi in tanti; una chiesa che può contare su di un clero e un laicato generoso e competente. Io sono l’ultimo arrivato e, unendomi a voi da pastore col mandato apostolico di papa Francesco a cui va in questo momento l’affettuoso e grato nostro ricordo, sono certo della vostra cordiale collaborazione, perché da soli non possiamo andare molto lontano: vi chiedo di camminare insieme, guardandoci in faccia, con amicizia e lealtà, senza frapporre indugi, magari tenendo il passo di chi non ce la fa o fa più fatica a camminare". 

Qui l'omelia del 15 gennaio 2017



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