La fede mantiene giovane la nostra speranza

Questa sera,vin Cattedrale, il Pontificale per la Solennità di San Felice vescovo e martire

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solo dal male fisico, ma anche da quello che assume forme sociali, fino a vere e proprie strutture di peccato, come le ha definite Giovanni Paolo II, che gettano la vita delle persone nella disperazione. Quando Gesù guarisce gli indemoniati restituiva la libertà che alla sorgente significa essere figli di Dio; e l'annuncio del vangelo del Signore che sana e libera, che guarisce. E per questo viene incarcerato e martirizzato. Quando sono venuto in diocesi e ho visto il busto, ho visto proprio il volto giovanile del Santo, che mi ha richiamato il fatto che la fede, la speranza e l'amore che sorgono dal vangelo ci mantengono giovani, la testimonianza della fede ci mantiene perennemente giovani, e per questo ci rende capaci sempre di sogni.

Abbiamo stasera letto del profeta Geremia che il Signore lo chiama a portare la sua parola, in un contesto di degrado e decadimento, in un tempo di mondanità e autosufficienza. Geremia deve aprire strade di speranza attraverso la parola di Dio. E Geremia ricorda a Dio: 'Ma io sono giovane' . Ma Dio gli dice: 'Io sono con te' . Geremia è come Gesù, come lui va incontro al martirio per portare la parola di Dio, parola che Gesù Cristo, il Verbo incarnato, è.Lo spirito di profezia è quello che vogliamo chiedere per noi e per la nostra comunità di fede: saper sognare sulla scorta della parola di Dio. San Felice ci indica questa strada. La parola di Gesù è parola di speranza che ringiovanisce. A Cristo apparteniamo dal Battesimo, chi ci separerà dal suo amore? Se come Felice apparterremo a lui saremo capaci di continuare in noi l'opera stessa del Signore. San Felice è stato con Gesù fino alla morte, conseguenza della sua partecipazione al mistero stesso di Cristo, per indicare la suprema libertà di ogni uomo e coscienza umana".

Un esempio quello di San Felice da seguire per essere segno dell'amore di Dio come sottolineato da don Angelo Masullo, tesoriere della Cattedrale, nel comunicare, nella mattinata, il mancato verificarsi del' miracolo della manna', atteso quale segno di benevolenza del Santo Patrono per la diocesi e la città di Nola. "Non c'è il segno della manna. - ha detto - San Felice ci chiede di essere noi segno della presenza dell'amore di Dio nella nostra città e nella nostra diocesi. Chiediamo a San Felice che apra il nostro per accogliere l'amore di Dio e a viverlo con il coraggio con cui l'ha vissuto lui"

 

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