Vivete nell'amore di Cristo

Le parole del vescovo Marino durante l'omelia per ordinazione sacerdotale di don Luigi Cutolo e don Vladimir Montante

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La Chiesa di Nola gioisce per i suoi due nuovi presbiteri: don Luigi Cutolo e don Vladimir Montante.

"È questo un momento di grande gioia, - ha detto il vescovo Francesco durante l'omelia - gioia che scaturisce dal cuore di Cristo che porta oggi a compimento la vostra vocazione. È la gioia che, nel contatto spirituale col Signore Gesù, accompagnerà il vostro ministero a servizio del Regno, della Chiesa e della comunità umana. È la gioia di chi trova la pienezza della propria vita nella Paola del Signore e nell’esperienza dell’autodonazione, nell’immedesimazione sacramentale con il Signore Gesù. Nulla è a caso nella nostra vita, il Signore è provvidente, è buono, ordina gli elementi grandi e piccoli della nostra esistenza, finalizzando tutto, nella libertà del nostro spirito, al compimento del suo Regno. Tutto, anche il fatto che la vostra ordinazione si celebri oggi, nella Solennità della sua Ascensione al cielo che la liturgia della chiesa ci fa vivere: i Misteri di Cristo li riviviamo appropriandocene per opera dello Spirito, i Misteri di Cristo diventano così misteri della Chiesa perché noi possiamo crescere sempre più nella statura di Cristo, finché saremo in lui trasfigurati. Voi venite ordinati nella Solennità dell’Ascensione che coincide con la memoria, in diocesi, della Traslazione delle reliquie di san Paolino, e proprio celebrando nella liturgia eucaristica, questa memoria, stamattina pregavamo perché, come san Paolino, possiamo vivere l’umiltà e la carità di Cristo. Bella questa dimensione cristologica del ministero. Quando abbiamo scelto questa data, non ci eravamo accorti coincidesse con la Solennità dell'Ascensione. Cosa questo Mistero di Cristo può comunicarci? Il disegno di Dio trova nell'Ascensione il suo compimento definitivo, il ritorno di Cristo al Padre: l’evangelista Giovanni parla di giustizia, è il compimento del disegno di Dio che è giustizia e salvezza. Nella Lettera di San Paolo agli Efesini, che abbiamo ascoltato, c’è scritto che «colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli» (Ef 4,10), il figlio eterno del Padre si è fatto uomo, compie in maniera perfetta la manifestazione della giustizia di Dio, fino alla morte di croce, nella risurrezione: nell’ascensione si rivela il mistero perfetto di Cristo. Ora noi sappiamo che la nostra personale salvezza è nel mistero di Cristo al quale noi veniamo associati per opera dello Spirito Santo. E questo è vero anche per voi ordinandi: questo disegno di Dio, per cui il Figlio si è fatto uomo e con la sua umanità, con le ferite della sua passione entra nel mistero del Padre eternamente, si siede alla destra del Padre partecipandone della signoria universale, si dispiega anche nella vostra vita di presbiteri; e non solo perché siete a sevizio di questo disegno di Dio che dovete annunciare ma perché dovete viverlo sacerdotalmente, nell’esperienza cristiana e ministeriale. Voi potrete essere nella gioia, felici della vostra vocazione, nonostante tutte le difficoltà, se tutto quello che siete, vivete e annunciate è espressione di questo disegno divino per cui egli viene dal cielo e risorto dai morti torna al padre, come un figlio che è abbracciato dal padre: una paternità di Dio che si svela e di cui noi siamo espressione nel nostro ministero. In tutto questo tragitto dalla terra al cielo e viceversa siamo chiamati ad essere presenti. Paolo, nella Lettera ai Filippesi dice che Cristo" pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome". Un’esaltazione che non va mondanizzata, come pure fanno gli apostoli che parlano fino all’ultimo di un Regno di Israele da restaurare mentre il Signore li invita, ancora una volta, ad affidarsi al Padre, al disegno del suo Regno che è disegno di esaltazione nel senso di servizio, autodonazione e disponibilità piena. Carissimi ordinandi, portate a compimento il Regno secondo il modello di Gesù Cristo, vivendo nel suo amore".

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